POSITIVO IL BILANCIO DELL’EDITORIA ITALIANA NEL 2018

POSITIVO IL BILANCIO DELL’EDITORIA ITALIANA NEL 2018
Dati positivi per il 2018, l'editoria italiana pare abbia trovato il modo di uscire dalla crisi

Qualche numero che fotografa un settore che pare abbia trovato la chiave giusta per uscire dalla crisi: nonostante il numero del lettori sia rimasto invariato, cresce il numero delle case editrici presenti in Italia, nonché le vendite di diritti d’autore all’estero.

 

Secondo infatti il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2018, a cura dell’AIE, il mercato del libro ha chiuso il 2017 con 2,773miliardi di euro di fatturato. Ma soprattutto la percentuale di incremento è progressiva: +0,2% nel 2015; +1,2% nel 2016; +2,8% nel 2017 .

 

Elemento degno di nota: è aumentata, secondo gli Editori, la capacità di proporre e vendere diritti degli autori italiani sui mercati stranieri (non più solo di titoli per bambini e ragazzi, ma anche di narrativa) e di realizzare coedizioni.

 

Le vendite di diritti all’estero hanno avuto una crescita media annua dal 2001 del +18,9%.

 

Sempre secondo le stime dell’AIE è aumentato anche il numero di case editrici, con una crescita significativa.  Rispetto al 2010 sono attive sul mercato 755 nuove case editrici che devono cercare di posizionare il loro marchio e il loro progetto editoriale in libreria, nella distribuzione e presso segmenti più o meno specializzati di lettori.

Editoria italiana 2018
Dati positivi per il 2018, l’editoria italiana pare abbia trovato il modo di uscire dalla crisi

 

Per quanto riguarda i lettori, in Italia legge il 40,5% della popolazione totale, pari a 23,3 milioni di persone divisi tra lettori forti (il 14,1%), che leggono più di 12 libri all’anno, e lettori deboli (il 45,1%), che leggono meno di 3 libri all’anno. Nonostante si continui a preferire il formato cartaceo, il formato digitale è in crescita. Su 61.188 titoli, infatti, il 35,8% (22.000 titoli) è stato pubblicato anche in ebook.

 

Numeri che dimostrano che affrontare la crisi è possibile, per un settore che rappresenta la prima industria culturale del Paese: sempre più proiettata sui mercati internazionali, innovativa  nei prodotti, nelle soluzioni tecnologiche, produttrice di idee,  una piccola Atlante che regge il peso della forza culturale del nostro Paese.