Marta Poretti
Catherine Spaak. La malattia della felicità
"Sono appena gli anni Sessanta quando Catherine Spaak, attrice francese sedicenne, erede di un’illustre famiglia belga, trova il suo posto nel cinema italiano. Si tratta peraltro di un personaggio preciso. Abiti alla moda, gergo giovanile, arriva rapida su piccole spider, bionda, altoborghese, incredibilmente lunga e sinuosa. Entra in scena a film inoltrato: è l’oggetto del desiderio, per uomini di mezz’età che la guarderanno spaesati. Antitesi delle procaci bellezze del dopoguerra, nell’Italia del boom, Catherine Spaak incarnerà molte variazioni della nuova gioventù. Più di pane e fantasia, è un modello di pragmaticità ed esercito del surf. E se per qualcuno doveva essere la Bardot italiana, di B.B. i suoi personaggi avranno ""la malattia della felicità""."
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